Tu si 'nu Babbà !
"Tu si 'nu babbà", tu sei un tesoro: scopriamo uno dei dolci più fantastici della pasticceria partenopea, il babà.
Gaetano Taverna 09/07/2021 0
« Si pe mez da diet assàje nun può mangià sultànt nu babà, penz', tʼ 'o può piglià, pecché è ddoce, è lligiero, e nun te fa 'ngrassà. » (Antonio Guarracino, "E Babbà")
Il Babà, uno dei dolci più famosi e buoni dell'arte della pasticceria partenopea. La sua storia e come prepararlo a casa. Buona Lettura e Buona Degustazione!
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Gaetano Taverna 07/11/2020
In Vino Veritas: la storia del vino
Vi è mai capitato di bere un buon bicchiere di vino e soffermarvi con la mente alla storia di questa delizia, come sia nata e come, da sempre, sia stata presente nella storia dell'umanità? La storia del vino è un po' la storia stessa dell'uomo. Risulta quindi difficile tracciarne con precisione il corso: ogni civiltà, ogni impero, ogni vicenda politica e di potere ha avuto le proprie storie di vino, più o meno legate agli eventi stessi che hanno delineato il corso della storia.
Con passione e curiosità ho voluto quindi raccogliere qualche dettaglio sulle origini del vino e volentieri condivido qui le informazioni che ho trovato, non prima offrire una bellissima citazione di uno dei più grandi esperti italiani di vino, Luigi Veronelli « Il vino è il canto della terra verso il cielo ».
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Gaetano Taverna 26/02/2021
Birra & Rugby: matrimonio perfetto!
Rugby e Birra: non mi sembra che esista un altro sport che sia così legato o che abbia un connubio così stretto con una bevanda. E che bevanda! Le immagini dei tifosi che cantano l’inno della propria nazione alzando un boccale di birra prima di ogni partita di rugby, non credo che possano essere superate, in termini di messaggi subliminali, dalle migliori pubblicità sulla birra.
E anche se purtroppo il Covid ha chiuso gli stadi, nessun virus potrà mai impedire a un tifoso di rugby di gustarsi un boccale di birra mentre segue in tv il Torneo Sei Nazioni che si sta svolgendo in questo periodo.
Birra e Rugby: è come se parlassimo di un rapporto indissolubile, non so, tipo Giuletta e Romeo. Insieme per sempre. Ne sono di esempio i terzi tempi, post gara, innaffiati o inondati di bottiglie o boccali di birra: chi ha giocato, sa cosa significa.
E ne vogliamo parlare di quei pub dove il rugby fa da padrone? Dove se bevi una birra e non parli di rugby è meglio che te ne vai? Anche se non hai mai giocato a rugby, sei sempre il beneaccetto, basta che ne parli bene! É quello che è successo a me a Cardiff, in Galles, poco dopo la vittoria dell’Italia proprio con il Galles al Sei Nazioni di qualche anno fa.
Al centro di Cardiff c’è uno dei più tradizionali e storici pub gallesi: l’Old Arcade. Entro per bere una birra dopo una giornata di lavoro in ufficio. Come entro, percepisco subito nell’aria una strana atmosfera. Qualcosa che sa di tempi passati.
Non so che birra bere e sto per ordinare una classica Guinness. Un paio di persone mi adocchiano e mi dicono di lasciar stare le birre irlandesi. Mi porgono allora una pinta di una birra dal colore ambrato. Una vera delizia!
Ovviamente si tratta di una Brains, la birra classica gallese! É bella fresca e sembra leggera. La mando giù perché ho una sete del diavolo, ereditata da un pranzo in ufficio da dimenticare. Si beve e si parla. Il mio inglese fa pena, ma anche il loro accento non è da meno. Ma ci capiamo ugualmente: potere della birra!
Finisco il mio boccale e solo in quel momento mi accorgo che le pareti del pub sono tappezzate da foto, maglie, poster, inneggianti ovviamente al rugby. Ma anche palloni, trofei, medaglie. Mi vedono interessato alle foto e mi chiedono se mi piace il rugby. Ecco, sono proprio questi i momenti vitali dove una risposta o una frase possono far accadere qualcosa. Se dicessi che è uno sport che non mi interessa, la cosa peggiore che mi possa capitare è che quell’atmosfera magica che si è creata tra persone amanti della birra, si dissolva improvvisamente. Ma non dico questo. Affermo invece che mi piace e anche molto.
Ora, se in un pub gallese, ma credo anche in uno scozzese o irlandese (degli inglesi non ne parlo, poi vi dirò perché), tu dici che ti piace il rugby o, anche se non è il mio caso, che ci hai giocato o che ci giochi ancora, beh, aspettati di tutto. Nel mio caso, sono costretto a bere altre due pinte di birre (sempre lo stesso tipo, perché di birra, come mi hanno insegnato in Galles, ne puoi bere tante, ma senza mischiare mai).
A un certo punto mi metto a parlare in italiano, forse anche in siciliano (la mia lingua natia). Ma è come se mi capissero ugualmente. Si parla di rugby, del match del Sei Nazioni, del prossimo campionato del mondo e degli inglesi. A proposito: a un gallese non dargli mai dell'inglese: ne vale della tua incolumità (scherzo, ovvio, ma su questo sono molto permalosi, credo come se un napoletano lo scambiassi per un milanese). I due tipi mi dicono che l’accoglienza che sto ricevendo è tipica dei gallesi e che non la potrei trovare in alcun pub inglese. Gli credo sulla parola!
Si è fatto tardi e dico che devo andare o magari è la mia testa che sta reclamando un po’ d'aria fresca. Faccio per pagare, ma il ragazzo dietro il bancone mi dice che non devo pagare nulla. Mi giro per ringraziare i due amici gallesi ma loro non ci sono più. É come se fossero svaniti nel nulla. Eppure non mi è sembrato che siano usciti. Chiedo al ragazzo se li ha visti uscire, ma questi mi guarda strano e alza le spalle. Non insisto. Esco sorridendo, tre pinte di birra possono giocare brutti scherzi! Eppure penso che è vero quanto si dice su certi incontri o certi posti: se ti capita qualcosa di bello, anche se non sai se stai vivendo un sogno, vivilo pienamente e non te ne pentirai mai.
Ok, ora passiamo alla cucina. Con la birra si possono fare molte ricette, ad esempio il risotto alla birra, un piatto da provare e molto gustoso. Qui invece propongo una mia ricetta, un piatto di carne con la birra che non richiede particolari doti da chef stellato.
ARROSTO DI MAIALE ALLA BIRRA IN SALSA AGRODOLCE
Ingredienti per 6/8 p.
Arrosto di collo di maiale in rete | 1.500 g. |
Birra rossa |
660 ml. |
Scalogni | n° 4 |
Sedano e carota |
q.b. |
Pepe verde in grani | q.b. |
Salvia e rosmarino |
q.b. |
Miele |
q.b. |
Farina di semola di grano duro |
q.b. |
Mandarini | n° 4 |
Olio evo |
q.b. |
Sale |
q.b. |
Infarinare l’arrosto e metterlo da parte. Scaldare bene sul fuoco un largo tegame, versarvi un po’ di olio evo, gli scalogni tagliati a metà, un costa di sedano, una carota, un rametto di rosmarino e uno di salvia. Far soffriggere delicatamente e versarvi un poco di birra e lasciar sfumare a fuoco medio. Adagiarvi l’arrosto, farlo leggermente cuocere per qualche minuto girandolo e salandolo. Unire una manciata di pepe verde in grani, il resto della birra e far cuocere girandolo di tanto in tanto, a fuoco lento, con il coperchio per circa 1 ora.
Nel frattempo, scaldare in un pentolino il succo di 4 mandarini, unire un cucchiaio di miele e farlo sciogliere a fuoco molto lento (questa salsa al mandarino non deve mai bollire). Salare leggermente e farla raffreddare a temperatura ambiente.
Togliere l’arrosto dal tegame e far raffreddare anch’esso a temperatura ambiente.
Filtrare il liquido di cottura e metterlo da parte.
Quando la carne si sarà intiepidita, affettarla. Sistemare le fette sopra a un piatto di portata ovale ricomponendo la forma dell’arrosto originale. Versarvi sulle fette un poco di liquido di cottura alla birra. Scaldare la carne con tutto il piatto di portata nel forno a 50 gradi per circa 10 minuti. Prima di servire, versare sulla carne la salsa al mandarino e miele.
Come accompagnare questo gustoso piatto?? Direi con un'ottima birra artigianale, ovvio, no?
Buona Degustazione!
Gaetano Taverna 03/08/2024
Fregola con le arselle: dalla Sardegna con gusto
La Fregola, o Fregula, è una pasta secca tipica sarda, a base di semola grossa di grano duro. La forma è sferica, molto simile al cous cous, ma più grossolana e irregolare. Di origini antichissime è originaria della zona del Campidano, la vasta pianura della Sardegna, situata nella porzione sud-occidentale dell'Isola, tra le province di Cagliari e Oristano. Tradizionalmente la Fregola si usa per le minestre di brodo di carne o di pesce, oppure cucinata con i frutti di mare o le lumache. O anche preparata con il pecorino, diventando così la Fregula Incasada.
Mettere la semola in un largo piatto fondo, meglio se di coccio, (sa scivedda, con il fondo intagliato per facilitare la formazione dei granelli), e spargerla con le dita. Quindi versare al centro del piatto, poco alla volta, un bicchiere d'acqua tiepida in cui precedentemente avrete sciolto un pizzico di sale. Lavorare la semola con i polpastrelli, girandola e rigirandola fino a quando si aggrega formando delle piccole palline. Stendere un telo su un tagliere, sa canistedda, e distribuirvi la preparazione di semola per farla asciugare, allargandola bene con le dita e sgranandola per evitare che si formino grumi. Fare riposare per una notte, quindi trasferire la semola su una teglia ed infornarla per circa 15 minuti. Sfornare e lasciare raffreddare completamente prima di utilizzarla e condirla a proprio piacimento.
In alternativa è possibile acquistare, in negozi di gastronomia ben forniti, le confezioni di Fregola nei cui ingredienti possiamo trovare le uova e lo zafferano.
Il piatto che presento fa parte della tradizione della cucina regionale sarda, un piatto semplice, ma ricco di gusto e facile da preparare. In poco tempo sarà possibile offrire ai nostri ospiti un ottimo piatto di pesce, da consumarsi come primo piatto, valido per ogni stagione dell'anno.
Ingredienti per 4 persone
FREGOLA SARDA MEDIA |
300 g. |
BRODO (FUMETTO) DI PESCE MISTO |
1 Lt. |
ARSELLE FRESCHISSIME |
1 Kg. |
ALICI SOTT'OLIO | n. 2 |
PREZZEMOLO TRITATO | q.b. |
SALSA DI POMODORO PASSATA | 400 g. |
SPICCHI D'AGLIO |
n. 2 |
OLIO E.V.O. | q.b. |
SALE | q.b. |
PEPE | q.b. |
Scoliamo le arselle, le sciacquiamo molto bene e le mettiamo in un recipiente cuocendo incoperchiato finché non si saranno aperte. A questo punto, separiamo i molluschi dai gusci, lasciandone qualcuno intero per la decorazione finale del piatto. Mettiamo da parte le arselle e filtriamo con un colino in un recipiente l'acqua che i molluschi hanno rilasciato durante la cottura.
Nello stesso tegame facciamo rosolare leggermente, in poco olio e.v. d'oliva, gli spicchi d'aglio con un cucchiaio raso di prezzemolo tritato e le alici sott'olio sminuzzandole con una forchetta. Aggiungiamo la salsa di pomodoro e lasciamo insaporire per un paio di minuti. Aggiungiamo il fumetto di pesce e lasciamo cuocere, senza coperchio, per cinque di minuti a fuoco medio. Uniamo l'acqua filtrata delle vongole e regoliamo di sale (se necessario). Non appena riprende la bollitura, aggiungiamo la fregola che dovrà cuocere per circa dieci minuti (assaggiarla di tanto in tanto). N.B.: se si sta usando una confezione di fregola acquistata, essendo piuttosto secca, richiederà più tempi di cottura. In questo caso, è opportuno in precedenza lessarla in acqua salata, scolandola molto al dente, e poi finire la cottura insieme al condimento.
Unire alla fine anche le arselle e altro prezzemolo tritato. Terminata la cottura, decoriamo con qualche arsella col guscio, condiamo con un filo d'olio, una spolverata di pepe e portiamo a tavola.
E il vino? Beh, trattandosi di un piatto sardo, un buon Vermentino di Galluira DOCG, giovane e freddo sugli 8°, ci sta alla grande !