Per onorare l'autunno: Risotto alla zucca e castagne

La zucca e le castagne sono i protagonisti principali di un piatto che onora l'autunno e il nostro palato

Gaetano Taverna 22/10/2023 0

La zucca è un ortaggio presente in molte ricette della tradizione della cucina italiana. Protagonista di preparazioni sia salate che dolci, la zucca è uno dei prodotti che caratterizzano la stagione autunnale.

Qui propongo un classico della cucina italiana, il Risotto alla Zucca, da me arricchito con l'aggiunta di castagne, guanciale, scamorza e gorgonzola. Un piatto unico che permetterà di apprezzare la dolcezza della zucca e la sapidità degli altri ingredienti.
Buona Degustazione !!

Ingredienti per 4 p.
RISO CARNAROLI
350 g.
ZUCCA GIALLA SENZA SCORZA
500 g.
CASTAGNE
n. 20
CIPOLLE n. 2
GUANCIALE 300 g.
FOGLIE DI SALVIA
n. 4
OLIO E.V.O.
q.b.
SCAMORZA FRESCA
100 g.
GORGONZOLA DOLCE
80 g.
BRODO VEGETALE
q.b.
VINO BIANCO
q.b.
SALE E PEPE NERO
q.b.

Tagliamo a tocchetti la zucca e la ammorbidiamo al microonde, a potenza massima, per 10 minuti.

Nel frattempo prendiamo le castagne, incidiamo per lungo nel lato piatto e le mettiamo in un pentolino con acqua fredda. Facciamo lessare per 30 minuti. Tagliamo a piccoli pezzi il guanciale e lo tostiamo leggermente.
In un tegame largo scaldiamo un poco di olio evo, uniamo la cipolla e la soffriggiamo leggermente. Facciamo sfumare un poco di vino bianco e uniamo il guanciale togliendolo dal suo grasso sciolto.

Aggiungiamo i pezzi di zucca ammorbidita al microonde. Facciamo insaporire e aggiungiamo un poco di brodo vegetale. Amalgamiamo bene, incoperchiamo e facciamo cuocere per 10 minuti.

Aggiungiamo le foglie di salvia sminuzzate, insaporiamo con sale e pepe e cuocere sempre con il coperchio finché la zucca non si sia quasi sfaldata. Togliere il coperchio e lasciare asciugare per qualche minuto, cuocendo a fuoco forte. Mettiamo da parte la zucca cotta.

Nello stesso tegame, tostiamo il riso e sfumiamo un poco di vino bianco.

Uniamo quindi la zucca cotta, le castagne spellate e sminuzzate e iniziamo a girare aggiungendo poco alla volta del brodo vegetale caldo.

Quando il riso risulterà cotto al dente, togliere il tegame dal fuoco e mantecare con la scamorza e il gorgonzola tagliati a dadini.

Per la scelta del vino da accompagnare, un mio amico esperto in vini, il compianto Stefano Buso, mi aveva suggerito di accompagnare i piatti a base di zucca, come ad esempio i fantastici Tortelli alla Zucca, con un giovane Lambrusco Mantovano DOC, vino profumato dal sapore asciutto che, grazie alle sue note frizzanti, lascia nel palato una sensazione di pulito, davvero una bella sensazione. Per questo vino, la temperatura di degustazione consigliata è di 12-16°C. 

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Gaetano Taverna 19/08/2023

Ciambellone alle pesche con granella di pistacchio

È Estate, ho voglia di fare un dolce, magari un ciambellone sfizioso per la colazione o per il dopo cena, ma l'idea di accendere il forno non è che mi stia attirando così tanto. E poi non mi va di preparare il classico ciambellone che comunque, se fatto bene, ha sempre un suo perché.

Ma la gola è gola, è così apro il frigo e poi la dispensa: beh... tutto sommato gli ingredienti base per il ciambellone li ho tutti e non devo uscire con questo caldo a comprarne qualcuno. Devo solo trovare qualcosa che mi permetta di realizzare un dolce diverso dal solito.

E il qualcosa lo trovo, anzi li trovo...

Ed è così che è nato il mio Ciambellone alle pesche con granella di pistacchio.


Ingredienti per uno stampo da 26 o 28 cm di diametro

UOVA
n. 2
FARINA 00
280 g.
ZUCCHERO SEMOLATO
150 g.
BURRO 150 g.
AMIDO DI MAIS 70 g.
VANIGLIA IN POLVERE q.b.
LIEVITO PER DOLCI
16 g.
PESCHE GIALLE n. 3
PESCA NOCE n. 1
LIMONE NON TRATTATO n. 1
GRANELLA DI PISTACCHIO q.b.
ZUCCHERO DI CANNA q.b.
 
Allora, iniziamo con lasciare a temperatura ambiente le uova e il burro. Le uova perché così il loro albume potrà essere montato a neve ferma in poco tempo (se sono freddi di frigo, gli albumi non si monteranno bene o addirittura non si monteranno affatto); il burro perché nei dolci, scioglierlo, magari usando il microonde, non è cosa buona: dovrà sempre essere utilizzato quando sarà molto morbido, così da poterlo unire con facilità e senza che si alteri il sapore.
A seguire, ho utilizzato la mitica planetaria per montare a neve ferma gli albumi suddetti (il risultato dovrà essere una spuma gonfia, solida e voluminosa), e ho versato il tutto in una ciotola. Sempre con la planetaria, ho montato per bene i tuorli con lo zucchero semolato, poi ho unito il burro di cui sopra, un mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere (non quella che si presenta di colore bianco, ma quella scura, ovvero quella estratta dalle bacche di vaniglia che sono, appunto, di colore scuro: la differenza di sapore è notevole e poi è più naturale). Ho unito anche la buccia grattugiata di un limone non trattato. 
Ho amalgamato il tutto e a seguire, sempre utilizzando la planetaria, ho aggiunto la farina, l'amido di mais e il lievito per dolci setacciati. Infine ho unito gli albumi montati a neve incorporandoli bene con una spatola morbida.
Ora passiamo alle pesche: ho lavato e sbucciato le tre pesche gialle e ho ridotto la polpa in pezzi non troppo piccoli. La pesca noce, invece, l'ho lavata e senza sbucciarla l'ho ridotta in fettine mettendola da parte.
Ho quindi versato un terzo del composto nello stampo da ciambellone che ho in precedenza imburrato e infarinato per bene, e a seguire ho aggiunto sopra all'impasto i pezzi di pesca gialla. 
 
 
Bene, non mi è restato altro che completare l'opera versando il resto del composto nello stampo livellandolo per bene e, sopra di esso, aggiungendo le fettine di pesca noce, appoggiate tutte per lo stesso verso, una accanto all'altra, formando una raggiera.
Infine, ho aggiunto sopra una spolverata di zucchero di canna e una spolverata di granella di pistacchio (grana grossa), che si trova generalmente al supermercato (da buon siciliano ne tengo sempre una scorta a casa; in alternativa, potrebbe andare anche la granella di nocciole o di mandorle). 
 
 
Preriscaldando il forno a 170 gradi, ho infornato il dolce e ho mantenuto la  cottura statica (quindi non ventilato) per 50 minuti, posizionando lo stampo su una griglia al centro del forno. 
N.B.: verificare la cottura con uno stecchino e se necessario infornare di nuovo per altri 5-7 minuti.
Ultimata la cottura, ho lasciato raffreddare il ciambellone nel suo stampo a temperatura ambiente prima di sformarlo. È tutto. 
Dopo cena, provate a gustare il dolce insieme a un bicchierino di Passito di Pantelleria servito ben freddo, e poi mi direte...
Buona Degustazione !
 
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Gaetano Taverna 26/02/2021

Birra & Rugby: matrimonio perfetto!

Rugby e Birra: non mi sembra che esista un altro sport che sia così legato o che abbia un connubio così stretto con una bevanda. E che bevanda! Le immagini dei tifosi che cantano l’inno della propria nazione alzando un boccale di birra prima di ogni partita di rugby, non credo che possano essere superate, in termini di messaggi subliminali, dalle migliori pubblicità sulla birra.
E anche se purtroppo il Covid ha chiuso gli stadi, nessun virus potrà mai impedire a un tifoso di rugby di gustarsi un boccale di birra mentre segue in tv il Torneo Sei Nazioni che si sta svolgendo in questo periodo.

Birra e Rugby: è come se parlassimo di un rapporto indissolubile, non so, tipo Giuletta e Romeo. Insieme per sempre. Ne sono di esempio i terzi tempi, post gara, innaffiati o inondati di bottiglie o boccali di birra: chi ha giocato, sa cosa significa.
E ne vogliamo parlare di quei pub dove il rugby fa da padrone? Dove se bevi una birra e non parli di rugby è meglio che te ne vai? Anche se non hai mai giocato a rugby, sei sempre il beneaccetto, basta che ne parli bene! É quello che è successo a me a Cardiff, in Galles, poco dopo la vittoria dell’Italia proprio con il Galles al Sei Nazioni di qualche anno fa.

Al centro di Cardiff c’è uno dei più tradizionali e storici pub gallesi: l’Old Arcade. Entro per bere una birra dopo una giornata di lavoro in ufficio. Come entro, percepisco subito nell’aria una strana atmosfera. Qualcosa che sa di tempi passati.
Non so che birra bere e sto per ordinare una classica Guinness. Un paio di persone mi adocchiano e mi dicono di lasciar stare le birre irlandesi. Mi porgono allora una pinta di una birra dal colore ambrato. Una vera delizia!

Ovviamente si tratta di una Brains, la birra classica gallese! É bella fresca e sembra leggera. La mando giù perché ho una sete del diavolo, ereditata da un pranzo in ufficio da dimenticare. Si beve e si parla. Il mio inglese fa pena, ma anche il loro accento non è da meno. Ma ci capiamo ugualmente: potere della birra!
Finisco il mio boccale e solo in quel momento mi accorgo che le pareti del pub sono tappezzate da foto, maglie, poster, inneggianti ovviamente al rugby. Ma anche palloni, trofei, medaglie. Mi vedono interessato alle foto e mi chiedono se mi piace il rugby. Ecco, sono proprio questi i momenti vitali dove una risposta o una frase possono far accadere qualcosa. Se dicessi che è uno sport che non mi interessa, la cosa peggiore che mi possa capitare è che quell’atmosfera magica che si è creata tra persone amanti della birra, si dissolva improvvisamente. Ma non dico questo. Affermo invece che mi piace e anche molto.

Ora, se in un pub gallese, ma credo anche in uno scozzese o irlandese (degli inglesi non ne parlo, poi vi dirò perché), tu dici che ti piace il rugby o, anche se non è il mio caso, che ci hai giocato o che ci giochi ancora, beh, aspettati di tutto. Nel mio caso, sono costretto a bere altre due pinte di birre (sempre lo stesso tipo, perché di birra, come mi hanno insegnato in Galles, ne puoi bere tante, ma senza mischiare mai).

A un certo punto mi metto a parlare in italiano, forse anche in siciliano (la mia lingua natia). Ma è come se mi capissero ugualmente. Si parla di rugby, del match del Sei Nazioni, del prossimo campionato del mondo e degli inglesi. A proposito: a un gallese non dargli mai dell'inglese: ne vale della tua incolumità (scherzo, ovvio, ma su questo sono molto permalosi, credo come se un napoletano lo scambiassi per un milanese). I due tipi mi dicono che l’accoglienza che sto ricevendo è tipica dei gallesi e che non la potrei trovare in alcun pub inglese. Gli credo sulla parola!

Si è fatto tardi e dico che devo andare o magari è la mia testa che sta reclamando un po’ d'aria fresca. Faccio per pagare, ma il ragazzo dietro il bancone mi dice che non devo pagare nulla. Mi giro per ringraziare i due amici gallesi ma loro non ci sono più. É come se fossero svaniti nel nulla. Eppure non mi è sembrato che siano usciti. Chiedo al ragazzo se li ha visti uscire, ma questi mi guarda strano e alza le spalle. Non insisto. Esco sorridendo, tre pinte di birra possono giocare brutti scherzi! Eppure penso che è vero quanto si dice su certi incontri o certi posti: se ti capita qualcosa di bello, anche se non sai se stai vivendo un sogno, vivilo pienamente e non te ne pentirai mai.

Ok, ora passiamo alla cucina. Con la birra si possono fare molte ricette, ad esempio il risotto alla birra, un piatto da provare e molto gustoso. Qui invece propongo una mia ricetta, un piatto di carne con la birra che non richiede particolari doti da chef stellato.

 

ARROSTO DI MAIALE ALLA BIRRA IN SALSA AGRODOLCE

Ingredienti per 6/8 p.

Arrosto di collo di maiale in rete 1.500 g.
Birra rossa
660 ml.
Scalogni n° 4
Sedano e carota
q.b.
Pepe verde in grani q.b.
Salvia e rosmarino
q.b.
Miele
q.b.
Farina di semola di grano duro
q.b.
Mandarini n° 4
Olio evo
q.b.
Sale
q.b.


Infarinare l’arrosto e metterlo da parte. Scaldare bene sul fuoco un largo tegame, versarvi un po’ di olio evo, gli scalogni tagliati a metà, un costa di sedano, una carota, un rametto di rosmarino e uno di salvia. Far soffriggere delicatamente e versarvi un poco di birra e lasciar sfumare a fuoco medio. Adagiarvi l’arrosto, farlo leggermente cuocere per qualche minuto girandolo e salandolo. Unire una manciata di pepe verde in grani, il resto della birra e far cuocere girandolo di tanto in tanto, a fuoco lento, con il coperchio per circa 1 ora.
Nel frattempo, scaldare in un pentolino il succo di 4 mandarini, unire un cucchiaio di miele e farlo sciogliere a fuoco molto lento (questa salsa al mandarino non deve mai bollire). Salare leggermente e farla raffreddare a temperatura ambiente.
Togliere l’arrosto dal tegame e far raffreddare anch’esso a temperatura ambiente.
Filtrare il liquido di cottura e metterlo da parte.
Quando la carne si sarà intiepidita, affettarla. Sistemare le fette sopra a un piatto di portata ovale ricomponendo la forma dell’arrosto originale. Versarvi sulle fette un poco di liquido di cottura alla birra. Scaldare la carne con tutto il piatto di portata nel forno a 50 gradi per circa 10 minuti. Prima di servire, versare sulla carne la salsa al mandarino e miele.
Come accompagnare questo gustoso piatto?? Direi con un'ottima birra artigianale, ovvio, no?
Buona Degustazione!

 

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Gaetano Taverna 29/12/2022

Ravioli di Ricciola: un piatto per le grandi occasioni

La Ricciola (Seriola Dumerilli) è un pesce azzurro dalle carni prelibate, sode e rosate e dal sapore delicato e fragrante, che vive sia nel Mediterraneo sia nei mari oceanici. Non ha molte lische e ha poche calorie. Per questo piatto ho utilizzato i filetti di ricciola per la preparazione sia del ripieno dei ravioli sia del condimento a base di pomodorini e gamberetti. Il risultato è stato notevole. Buona Degustazione !!  

Ingredienti per la preparazione dei ravioli
FARINA DI SEMOLA DI GRANO DURO RIMACINATA 700 g.
UOVA FRESCHE n. 7
FILETTI DI RICCIOLA 800 g.
ALICI SOTT'OLIO n. 2
PATATE LESSATE - dimensioni medie n. 2
SCALOGNO n. 1
VINO BIANCO SECCO q.b.
OLIO E.V.O. q.b.
PREZZEMOLO q.b.
SALE E PEPE q.b.
Ingredienti per la preparazione del condimento
POMODORINI TIPO PICCADILLY 800 g.
FILETTI DI RICCIOLA 400 g.
GAMBERETTI SGUSCIATI 400 g.
ALICI SOTT'OLIO
n. 1
SPICCHI D'AGLIO
n. 2
PREZZEMOLO q.b.
OLIO E.V.O. q.b.
SALE E PEPE
q.b.
 

Tagliare a pezzi grossolani i filetti di ricciola, che serviranno per il ripieno, eliminando le eventuali lische. In un tegame soffriggere leggermente in poco olio evo lo scalogno sminuzzato e le alici sott'olio.  Unire la polpa di ricciola, salare e pepare, e cuocere per quattro minuti facendo sfumare un poco di vino bianco secco. Togliere dal fuoco e far raffreddare a temperatura ambiente. In un mixer da cucina trasferire la ricciola, le patate lessate tagliate a pezzi e una manciata di prezzemolo tritato. Frullare appena un poco, giusto per creare una polpa omogena e densa.
Stendere la sfoglia all'uovo (un uovo per ogni etto di farina di semola rimacinata di grano duro), che dovrà risultare abbastanza fina. Porre un cucchiaio raso di ripieno a distanza regolare sulla sfoglia, spennellare con acqua i bordi e chiudere i ravioli utilizzando la rotella sagomata. Aiutarsi con la farina per evitare che i ravioli pronti si attacchino.
Nello stesso tegame utilizzato in precedenza soffriggere in poco olio evo gli spicchi d'aglio interi e l'alice sott'olio. Unire i pomodorini tagliati ciascuno in quattro parti, una manciata di prezzemolo tritato e cuocere senza coperchio per una decina di minuti eliminando alla fine gli spicchi d'aglio.
Nel frattempo tagliare a dadini i filetti di ricciola per il condimento, rosolarli in padella con poco olio evo e unirli al sugo insieme ai gamberetti sgusciati, salare e cuocere per cinque minuti. Trasferire metà del condimento in un largo piatto fondo da portata.
Lessare i ravioli in abbondante acqua salata e scolarli direttamente nel piatto da portata utilizzando il mestolo forato (o schiumarola). Unire il restante sugo sopra i ravioli scolati e amalgamare delicatamente il condimento insieme ai ravioli. Completare con un filo di olio EVO e una manciata di prezzemolo tritato fino. Servire subito.
Consiglio di abbinare un Negromaro Rosato del Salento, non molto freddo. Buona Degustazione !! 

 
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