Il mio discorso di fine anno

Una mia riflessione sul 2024 con gli auspici per il 2025. Buon Anno !!

Questo è il mio discorso di fine anno 2024. Personaggi molto più autorevoli di me, ma anche meno autorevoli, si alternano per presentare le loro analisi, i loro bilanci, i loro commenti sul 2024 e gli auspici per il nuovo anno. Da parte mia, provo a offrire un mio contributo, giusto per condividere delle riflessioni con chi vorrà leggermi.

Il 2024...

Probabilmente, con l’età che avanza, si diventa più sensibili e più attenti a quanto accade attorno a noi. Non mi riferisco solo agli eventi più eclatanti, quelli che riempiono le notizie di cronaca sui giornali o nei servizi in TV; mi riferisco soprattutto a quelli più vicini a noi, eventi silenziosi per certi versi, che non necessariamente ci hanno riguardato direttamente, ma che ci hanno comunque colpito per svariati motivi.
E osservando quanto accade, la sensazione che ne ricavo da un po' tempo è che, dopo la pandemia del Covid e dopo le restrizioni che abbiamo vissuto nel 2020 e nel 2021, ci sia una maggiore tendenza alla violenza e alla cattiveria, un microcosmo di diffidenza e sospetto che mette in crisi le relazioni e la propria serenità.

Non si tratta però soltanto di una sensazione soggettiva. Le statistiche dicono infatti che c'è un trend, riguardante gli atti violenti e la criminalità in generale, in costante aumento negli ultimi anni, soprattutto nelle grandi metropoli, con Milano e Roma in testa. Ma lasciando le statistiche agli esperti, è sufficiente guardarsi attorno per capire come chiusure, diffidenze e pregiudizi siano sempre più presenti, in forme più o meno palesi.
Davvero le limitazioni dovute al Covid hanno contribuito in qualche modo alla crescita di comportamenti di isolamento e sfiducia, o addirittura all'incremento di fenomeni violenti? Non lo so, forse il Covid non c'entra nulla, ma la coincidenza fa riflettere.

Vivere in una città come Roma significa confrontarsi con una realtà frenetica, spesso poco incline alle relazioni sociali, alle azioni solidali e all’apertura verso l’altro. Tuttavia, grazie a Dio, esiste un sottobosco di gesti di solidarietà e aiuto verso il prossimo che, in modo silenzioso ma efficace, permette di intervenire nelle situazioni di emarginazione e disagio sociale.
Purtroppo però, i gesti di altruismo concreto, in genere, non fanno notizia, soprattutto i piccoli gesti, quelli invisibili, gratuiti, che riempiono il quotidiano di tanti volontari che si dedicano con energia ad aiutare chi ne ha bisogno. Volontari che necessitano loro stessi di essere aiutati, supportati, per riuscire a garantire una presenza continua e attiva.

Accennavo alla diffidenza, alle chiusure. Capita spesso di vedere persone che camminano parlando per lungo tempo al telefono (molto spesso anche guidando), oppure passeggiano con lo sguardo fisso sullo schermo del loro smartphone. In queste situazioni, mi ritrovo a chiedermi se queste persone abbiano la percezione e la sensibilità per ciò che accade oltre alla loro sfera personale. Starete pensando che stia esagerando? Forse sì. E cosa c’entra con la diffidenza e le chiusure? Probabilmente poco, ma è sufficiente per far riflettere su come queste forme di isolamento possano contribuire a un senso generale di disconnessione dagli altri, limitando quel senso di empatia verso quanto ci circonda.

Cambiando argomento, prendendo come spunto la politica italiana, non posso nascondere la nausea che provo quando ascolto i proclami autocelebrativi dell’attuale governo che riempiono ogni canale televisivo o mediatico in genere. Un governo che non ammette repliche, che evita i confronti, che sminuisce ogni fatto, anche giudiziario, che potrebbe coinvolgere qualcuno della loro sfera politica o delle loro alleanze. Un'arroganza che non paga, perché la democrazia cresce con il dialogo e il confronto, non con monologhi e imposizioni. Mi auguro che gli italiani possano vedere oltre le apparenze e ricordarsi di tutto ciò al momento opportuno (ricordiamoci che alle ultime elezioni politiche, il 37% circa degli aventi diritto - ovvero oltre 16,5 milioni di italiani - non hanno votato).

Proprio ieri è arrivata la notizia dell'ennesimo suicidio in carcere. Si tratta dell'ottantanovesimo suicidio, contro gli 83 dello scorso anno. Un fenomeno in crescita che evidenzia la grave situazione di disagio e sofferenza (ad esempio per  il sovraffollamento) all'interno delle strutture penitenziarie. La sensazione è che, oltre a riempire le notizie di cronaca,  questa situazione non provoca quell'interesse o quella volontà - politica e non solo - per individuare soluzioni efficaci perprevenire ulteriori tragedie (ad esempio migliorando le condizioni di vita dei detenuti). D'altronde stiamo parlando dei dimenticati, di persone che probabilmente non meritano l'attenzione di una società perbenista poco incline a guardare oltre le proprie convenzioni ("Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti." - Fabrizio De André, Canzone di Maggio, 1973).

Sulle guerre, sul conflitto in Ucraina, sui massacri della popolazione civile in Palestina, è evidente come la passività e spesso anche la complicità di molti governi occidentali (soprattutto con le forniture di armi), non permettano di intraprendere azioni efficaci per porre fine a queste tragedie. L'assenza di soluzioni definitive e la continuazione delle ostilità non possono non evidenziare un disinteresse per il dolore umano e una mancanza di abilità nel favorire una pace duratura e concreta.

E sul clima? Non so, l'impressione è che non si fa mai abbastanza, oppure, peggio, che si cerchi di sminuirne l'importanza e di minimizzare i segnali di allarme che la scienza (e non solo) ci sta fornendo. La realtà è che ogni anno subiamo gli impatti del cambiamento climatico e il futuro che ci attende non credo che sarà roseo.

Cambiando registro, sul piano personale, il 2024 è stato l’anno in cui è uscito il mio quarto romanzo, “Nessuna cucina per lo chef” (cliccare qui per maggiori informazioni), edito da Rossini editore. Rispetto al precedente romanzo “Il volo dell’odio”, uscito nel 2021, ho potuto organizzare diverse presentazioni in presenza, tre a Roma e una a Catania, che sono state molto partecipate. Soprattutto la presentazione del 28 maggio presso la libreria Notebook, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, che, a detta dei titolari della prestigiosa libreria, è salita sul “gradino più alto in termini di partecipazione, gradimento e vendita del libro”.

Il 2025...

Augurare la PACE, in termini universali, si rischia di dire cose scontate, se non banali. Tuttavia, abbiamo sempre più bisogno di pace, non solo per le terribili guerre in corso, ma perché, nel quotidiano di ciascuno, si annidano spesso tensioni, conflitti e incomprensioni che minano la serenità personale e collettiva.

Per quanto mi riguarda, presto organizzerò altre presentazioni del mio ultimo libro, ma oltre a ciò, vorrei iniziare un nuovo progetto letterario, diverso da tutti quelli che ho scritto finora. Un progetto che si baserà sulle relazioni sociali. Vedremo.

Per chiudere questa personale riflessione di fine anno, oltre a ringraziare chi avrà avuto voglia di leggermi, vorrei riportare due citazioni diverse tra loro, ma allo stesso tempo complementari.

«L'humour è l'antidoto per tutti i mali. Credo che il divertimento sia importante quanto l'amore. Alla fin fine, quando si chiede alla gente che cosa piaccia loro della vita, quello che conta è il divertimento che provano, che si tratti di corse di automobili, di ballare, di giardinaggio, di golf, di scrivere libri. La vita è un tale miracolo ed è così bello essere vivi che mi chiedo perché qualcuno possa sprecare un solo minuto! Il riso è la medicina migliore.» Patch Adams.

«Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.» Mark Twain.

Affettuosi e Gustosi auguri a tutti !!

Gaetano Taverna

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