Er nemico

Poesia di Trilussa sempre molto attuale

Gaetano Taverna 03/10/2020 0

«Dall’America all’Europa all’Italia sembra uscire allo scoperto, fomentato da politici e media irresponsabili e amplificato dai pareri espressi sui social media, un clima aperto di razzismo e xenofobia, come se l’espressione di odio razziale nei confronti dei migranti o delle minoranze, anche con linguaggi e gesti violenti, non fosse più un tabù ma una legittima opinione».

Scrive così Vittorino Andreoli, famoso psichiatra italiano nonché scrittore e poeta. Le parole di Andreoli mi hanno colpito molto e mi hanno ricordato "Er nemico", una famosa poesia di Trilussa che, pur scritta nel 1919, appare  drammaticamente attuale.

Er nemico

Un Cane Lupo, ch’era stato messo
de guardia a li cancelli d’una villa,
tutta la notte stava a fa’ bubbù.
Perfino se la strada era tranquilla
e nun passava un’anima: lo stesso!
Nu’ la finiva più!
Una Cagnola d’un villino accosto
je chiese: – Ma perché sveji la gente
e dài l’allarme quanno nun c’è gnente? –
Dice: – Lo faccio pe’ nun perde er posto.
Der resto, cara mia,
spesso er nemmico è l’ombra che se crea
pe’ conserva’ un’idea:
nun ce mica bisogno che ce sia.

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Gaetano Taverna 13/07/2023

Visto che non hai niente da fare

Sono passati sei mesi da quando ho iniziato la nuova vita da pensionato. Sei mesi dove non poche volte mi sono sentito dire da famigliari e amici “Visto che non c’hai niente da fare...”, oppure “Visto che non hai impegni...”, o anche “Pensaci tu che sei libero!” (ogni tanto queste frasi me le segno sul calendario).

Evidentemente, aver finito di lavorare dopo 43 anni (nel caso mio scegliendo di non continuare a lavorare per aver raggiunto i requisiti pensionistici), automaticamente ti pone nella posizione di dover fare qualcosa a tutti i costi. Perché è cosa risaputa che quando uno lavora, sia esente dal fare questo qualcosa...

Sarà, ma allora perché questo qualcosa (che poi non si tratta di un’unica cosa, ma di svariate cose), guarda caso già le facevo anche quando lavoravo?? Va beh, andiamo oltre.

Devo dire che non avere più l’impegno quotidiano del lavoro, le sue scadenze, le sue riunioni, le sue call, le sue discussioni con capi e colleghi, le sue ansie, le sue stanchezze, e via dicendo, mi ha fatto sentire davvero più libero. Il minor introito economico ritengo che sia stato largamente compensato da quella sensazione di libertà che almeno per me è e sarà impagabile. Il pensiero di lavorare, magari con minor impegno (cosa che potrei fare considerando le mie competenze), non mi attira e non credo che mi farò attrarre, anche perché in questi sei mesi si sono ripresentati dei problemucci di salute che non mi permetterebbero comunque di affrontare impegni o stress psico-fisici.

Per i medesimi problemi fisici, ho al momento scansato l’idea di mettermi a disposizione in un’attività di volontariato. Per ora non sono in grado di assumere degli impegni che potrei non onorarli mio malgrado. E questa è la cosa che più mi pesa.

Ma a parte dedicarmi a fare il qualcosa di cui sopra (per lo più impegni di famiglia), in questi sei mesi ho scritto un nuovo romanzo, ho aiutato mia figlia a sistemarsi in un appartamento in affitto, ho organizzato delle cene e soprattutto una mega festa con i colleghi e amici del lavoro per salutarli, ho organizzato e fatto dei viaggi, ho seguito praticamente H24 la crescita e l’educazione del nostro Labrador Chocolate, Paco (ora ha 9 mesi, pesa 33 kg ed è un cane tanto affettuoso quanto molto impegnativo).

Al momento mi sto dedicando a rivedere, correggere e completare un mio vecchio romanzo di fantascienza che iniziai a scrivere diversi anni fa (tanto per provare con un genere diverso). Sto provando a vendere la mia moto per poter prenderne un’altra meno impegnativa per la mia schiena. Sto verificando la possibilità di fare un viaggio con la consorte in un posto particolare (non voglio spoilerare nulla).

Malgrado sia circondato da diversi cantieri edili, dichiaro che non mi sono mai fermato a guardarli, anche se, tanto per ridere, spesso sono stato tentato di presentarmi in stile umarell con la coppola in testa e le mani dietro la schiena.

Ammetto che non dovermi vestire decentemente per andare in ufficio, spesso mi porta a stare per casa in stile Drugo o Dude (v. Il grande Lebowski). Non so da quando non indosso una camicia classic, per non parlare di una cravatta: e per come sono fatto io non ne sento la mancanza. Ammetto altresì di aver passato diverso tempo a seguire delle serie tv, cosa che non mi ha impedito di leggere diversi libri.

Che dire: se avete idea di andare in pensione, fatelo, purché non abbiate nostalgia del periodo lavorativo, altrimenti non potrete apprezzare la libertà raggiunta.

Ammetto però di avere una particolare nostalgia del periodo lavorativo: è quella verso i tanti amici e colleghi che ho conosciuto e frequentato nel mio posto di lavoro. Ecco, questa sì che è un’emozione, un sentimento che provo spesso. Ma non può essere diversamente.

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Gaetano Taverna 18/12/2021

Buon Natale !

Se gli apriremo con cordialità la nostra casa e non rifiuteremo la Sua presenza, Egli ha da offrirci qualcosa di straordinario: il senso della vita, il gusto dell'essenziale, il sapore delle cose semplici, la gioia del servizio, lo stupore della vera libertà, la voglia dell'impegno.

Lui solo può restituire al nostro cuore, indurito dalle amarezze e dalle delusioni, rigogli di nuova speranza.

Don Tonino Bello

Buon Natale

Gaetano

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Gaetano Taverna 14/06/2021

Anni che passano

E sono 63 !! Ogni anno ringrazio il Signore perché lascio alle spalle un altro anno per affrontarne un altro ancora.

Da sempre provo a non prendere sul serio quello che mi capita, e spesso non prendo sul serio neanche me stesso. Non è superficialità, anzi, direi che è un’autodifesa, ma forse più semplicemente è un modo per sentirsi vivo.

Diceva Abraham Lincoln che “Non sono gli anni che contano nella vita, è la vita che metti in quegli anni”. Io aggiungerei che contano anche le persone che incontri, che hanno riempito e che stanno riempiendo il tuo universo. Persone che hai conosciuto camminando insieme e che ti stanno a fianco in questo momento.

Incontri che non si dimenticano, incontri che magari vorresti dimenticare: non importa, quello che importa è riuscire a fare sempre degli incontri nuovi, anche con le persone che avevi perso di vista, perché no!

In un'intervista su Il Fatto Quotidiano del 23 marzo 2015, Franco Battiato condivideva questi pensieri molto belli: “L’unica cosa per cui si può avvertire nostalgia sono i paradisi perduti. Gli angeli nascosti. Ciò che di meraviglioso, magari fugacemente, abbiamo incontrato. Se c’è una cosa bella dell’età che avanza, è in questo miracolo: saper riconoscere la bellezza. Quando mi passa davanti, adesso, la colgo.

Sulla mia strada ho incontrato spesso tanti angeli nascosti, a volte me ne rendevo conto al momento, ma spesso me ne sono reso conto dopo molto tempo, lasciandomi un pizzico di nostalgia per non essere stato capace di cogliere la bellezza di quell'incontro.

Ora però un po’ di pubblicità: se non avete ancora letto il mio romanzo “Il volo dell’odio”, beh... che aspettate?? Occhio, perché dalle recensioni che ricevo pare che se lo leggete di sera rischiate di passare la notte in bianco...

Ad Maiora Semper !

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