Dedicato a un amico: Padre Carlo Huber S.J.

Un mio personale ricordo verso un amico, un fratello scout, Padre Carlo Huber S.J.

Venerdì 23 Febbraio 2007, in Germania, a Monaco, Padre Carlo Huber S.J. ha raggiunto la Casa del Padre. La notizia è arrivata in Italia subito: persone che sono sempre rimaste in contatto con lui hanno ricevuto una telefonata dalla Germania. Si sono subito diffusi messaggi sms ed e-mail che hanno raggiunto molti di noi: scouts che in anni passati hanno lavorato, discusso, pregato, camminato con Carlo. Persone che hanno condiviso con lui momenti di crescita, esperienze di servizio, incarichi associativi, eventi formativi, celebrazioni, riunioni, Veglie di preghiere, Vacanze di Branco, Campi di Reparto, Routes di Branca R/S, Partenze. Ma anche studenti dell’Università Gregoriana che hanno studiato con Carlo, sacerdoti, molti Assistenti Ecclesiastici, che si sono formati con lui, famiglie che sono state seguite e formate da Carlo fin dalla loro nascita.

Erano gli anni ’80, e Carlo, professore gesuita dell’Università Gregoriana, dedicava il suo tempo come Assistente Ecclesiastico del Roma 6 e della Branca R/S Regionale.
A.E. di eventi di Formazione Capi regionali e nazionali, mi aiutò nel mio servizio di Incaricato Regionale di Formazione Capi alla fine degli anni ’80.

Dal 1989 al 1994 seguì come Assistente Ecclesiastico la Branca E/G Nazionale.

Sono tanti i ragazzi che si sono avvicinati alla fede per merito suo: aveva la capacità di metterti in crisi, di non essere ambiguo con la fede, di accettarla per quello che è e non per “convenienza” o per “pigrizia”.
Sono tanti i Capi che hanno conosciuto Carlo e che hanno apprezzato i suoi contributi: le sue proposte di fede erano sempre mirate e molto pratiche e ti permettevano di svolgere il tuo lavoro di Capo ottenendo dei bellissimi risultati.
Sono tanti i sacerdoti che lo hanno conosciuto e che si sono formati con lui, sia come suoi studenti della Gregoriana sia come fratelli scout.
In tanti lo abbiamo anche “sopportato” o abbiamo anche subito le sue ire o i suoi “malumori” (che comunque non nascondeva mai, parlandoti in faccia senza ipocrisie o ambiguità).
Chi lo ha frequentato si ricorda simpaticamente quando la mattina appena uscito di tenda, in pieno inverno, andava a lavarsi in fontanili gelidi e pretendeva che tutti lo seguissero... oppure le sue colazioni di prima mattina a base di filetti di sgombro sott’olio, speck e vino... oppure le riunioni interminabili dove se non mettevi in mezzo una bottiglia di grappa rischiavi grosso....

Io zono il zale della terra....” Quante volte lo abbiamo sentito con quel suo accento tedesco così marcato che ti faceva impressione quando per la prima volta avevi a che fare con lui.

Le sue omelie erano dirette, dure per certi versi, ma attente e puntuali. Sfruttava in maniera geniale e con fantasia dei simboli della nostra fede, come il vino, il pane, l’acqua, il sale, la pietra, il grano, ecc., permettendo ai ragazzi di seguire i suoi interventi in maniera pratica e allo stesso tempo profonda.

Carlo è stata una persona viva, energica in tutto e per tutto. Una persona passionale.
Amava la vita, la compagnia delle persone, il buon cibo e il buon vino.

Alla Gregoriana è stato il Decano per diversi anni, riconoscendogli una competenza e una preparazione non indifferente: di seguito il link alla pagina dedicata alla sua biografia.

Professore di Filosofia del Linguaggio e di Logica, non ha mai abusato della sua cultura e del suo carisma cattedratico per forzare le discussioni che potevi avere con lui: anzi, scendeva al tuo livello e ciò ha permesso a tutti di confrontarsi (e anche scontrarsi) senza remore.

Siamo in tanti che lo abbiamo avuto come Celebrante del Matrimonio (tra cui il mio): una ricchezza a cui io personalmente tengo tanto.

Negli ultimi anni Carlo era ritornato in Germania cercando di curare le malattie che lo martoriavano. Ho il rammarico di non averlo potuto più frequentare, di non avere (ma anche di non cercare) più sue notizie.
Nel 2006 ho cercato di contattarlo inviandogli una lettera. Ma non ho avuto alcuna risposta.

Carlo, tempo fa, ha chiesto che al suo funerale si cantasse “Quando busserò”. Purtroppo non abbiamo potuto accontentarlo perché il funerale è stato celebrato in Germania, ma non mancherà occasione per cantare tutti insieme e fargli sentire il nostro canto e il nostro affetto.

Per una strana coincidenza Carlo ci ha lasciato proprio all’inizio della ricorrenza del Centenario dello Scautismo. Per molti di questi anni lui ne è stato un protagonista attivo e non credo di essere banale nel dire che Carlo abbia lasciato davvero il mondo, in particolare lo scautismo italiano, meglio di come lo ha trovato (clicca qui per visualizzare un suo intervento sulla Speranza).

Potrei dire molto di più. Ma rischierei di essere troppo nostalgico e se lui mi sentisse così credo che mi direbbe senza problemi... “vai a quel paeze”....

Questa mia testimonianza ha l’unico obiettivo di lasciare un piccolo segno in memoria di una persona che ha dato molto a tanti scouts e all’AGESCI.
Ma chissà quante sono le persone che avrebbero voluto anche loro condividere una loro testimonianza: di seguito riporto alcuni messaggi che sono pervenuti da alcuni dei tanti amici che Carlo ha incontrato.

Grazie di tutto, Carlo. Buona Strada.

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