Covid-19: un anno fa

Un anno fa l'inizio della pandemia in Italia

Gaetano Taverna 20/02/2021 0

Un anno è passato da quando è scoppiata la pandemia in Italia di Covid-19. Un anno di sofferenze e di speranze, ma anche di riconoscimenti verso il personale sanitario in prima linea nelle corsie e nelle terapie intensive, che ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane e di contagi.

Circa un anno fa realizzai un video per ricordare che viviamo in un Paese bellissimo messo a dura prova. Ora lo ripropongo perché, anche se siamo ancora in una situazione di emergenza, è sempre viva la speranza e la certezza di poter tornare a suonare e a ballare nelle piazze.

E quando accadrà, mi auguro soltanto che non dimenticheremo quello che abbiamo passato e le sofferenze che il Covid-19 ha procurato.

Potrebbero interessarti anche...

Gaetano Taverna 03/10/2020

La mia nuova avventura nel Web

Gaetanotaverna.it - Il Gusto di Scrivere, nasce con l'intento di presentare, per lo più, sia la mia attività letteraria e diversi contenuti attinenti la scrittura creativa e la lettura, sia i contenuti inerenti l'enogastronomia che per anni ho presentato nel sito Cucinet.com - La Scrittura del Gusto. Infatti, la cucina, la scrittura e la lettura, rappresentano per me gli ingredienti giusti per gustare il viaggio alla ricerca del buono e del bello.

Un sito che crescerà giorno dopo giorno e che accoglierà argomenti diversi, il tutto senza l'invasione di quei popup e messaggi pubblicitari che non solo impediscono la lettura delle pagine, ma ne sviliscono i contenuti. Grazie a Dio non ho bisogno di quei pochi spiccioli che magari si potrebbero guadagnare con queste pubblicità invasive e credo di fare un grosso favore a chi vorrà incontrarmi nel web.

Non mi resta di ringraziarvi se mi vorrete seguire in questa nuova avventura nel web e ricordatevi che, come dice Daniel Pennac «Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.»

Leggi tutto

Gaetano Taverna 18/02/2021

Il Bosco e il singolo Albero

C’è una frase naturalistica che potrebbe sintetizzare quanto sta accadendo nella nostra società: a forza di osservare il bosco stiamo trascurando il singolo albero.
Il bello è che la stessa frase, in talune circostanze, potrebbe avere un suo importante significato a parti invertite: a forza di osservare il singolo albero stiamo trascurando il bosco.

Sto parlando dell’individuo inserito in un contesto più ampio, quello della società in cui il soggetto vive e in cui spesso i bisogni dell’uno possono entrare in contrasto con i bisogni della collettività. E viceversa.
Quotidianamente assistiamo a un’enfatizzazione delle priorità della collettività, alle attenzioni, agli studi su quanto accade nella società, spesso con un atteggiamento quasi distaccato, a volte anche cinico, senza considerare che dietro un determinato fatto, un fenomeno, una situazione che coinvolge la società, ci sono degli impatti che colpiscono i singoli individui, anche in maniera drammatica.

L’esempio più evidente, e direi eclatante, è quanto sta accadendo da un anno con la pandemia in atto per il Covid-19.
Ogni giorno assistiamo agli effetti della pandemia ascoltando o leggendo il bollettino del ministero della Salute, un sorta di bollettino di guerra che ci presenta il numero dei tamponi, il numero dei contagiati, il numero dei ricoverati, delle terapie intensive occupate e purtroppo anche il numero dei decessi.
A questo, aggiungiamo anche un altro bollettino drammatico, che invece non è sempre così misurabile, ovvero il lavoro perso e le attività chiuse. Per non parlare dei progetti di vita rinviati a data da destinarsi e di quel futuro incerto dei giovani alla ricerca della prima occupazione.

Le regole di come doverci comportare, il colore delle regioni, le chiusure, i limiti negli spostamenti, sono regolati da quegli indici che si basano sui numeri della pandemia. Tutto giusto, per carità, chi sono io per giudicare chi ha la responsabilità sanitaria e politica di gestire la pandemia?
Ho però un grave dubbio, e non credo che sia l’unico ad averlo: a forza di salvaguardare il bosco, la foresta, non stiamo rischiando di trascurare il singolo albero? Ci rendiamo conto dei drammi che si celano dietro a quei numeri? Dietro ai dolori, alle paure, alle sofferenze, ai pianti, ai rimpianti, ai sogni infranti, alle depressioni?

Un anno fa, la parola pandemia ci ha così spaventato che ci ha reso coscienti della nostra fragilità smontando quella sicumera che, più o meno in maniera inconsapevole, avevamo. Il lockdown rigido, poi, ci ha anche reso più sensibili, più solidali, direi anche più uguali.
A seguire, come in tutte le cose, è arrivata l’assuefazione, l’abituarsi a convivere con una pandemia che nel tempo non ha fatto notizia, se non negli impatti che ne sono derivati (leggi DPCM et similia).

Nella gestione di un insieme è corretto avere una visione ampia che copra l’insieme nella sua interezza. Ma attenzione che il bosco, la foresta, sono formati da singoli alberi che hanno una loro dignità, un loro vissuto, una loro esistenza che deve essere considerata se non rispettata.

Leggi tutto

Gaetano Taverna 21/12/2022

Si chiude un capitolo

Come autore mi è sempre piaciuta l’idea che la vita di ciascuno possa essere rappresentata in un libro. Un libro composto da tanti capitoli all’interno dei quali sono presenti diversi episodi, alcuni a lieto fine, altri meno.

E per quanto mi riguarda, uno di questi capitoli, forse quello più corposo, si sta concludendo. Mi riferisco al capitolo relativo all’attività professionale visto che dal 1 gennaio 2023, dopo 42 anni di lavoro, ne aprirò un altro come pensionato.

Leggi tutto

Cerca...